10.11.06

Le pupe e i secchioni: loro i nuovi modelli?

Questo è un risultato del mio blog-surfing di ieri.

In Italia, almeno tra gli under 30, chi sono i nuovi ricchi?
Leggete qui.

Volenti o nolenti, la TV (e per riflesso anche il web) ci propone come modelli vincenti dei personaggi che fino a qualche anno fa avrebbero avuto poche speranze di sopravvivere televisivamente parlando. E oggi, no, sono loro i nostri eroi.

Che il fenomeno "La Pupa e il Secchione" producesse una serie di estimatori di certi personaggi era da immaginarsi. Il format è americano , ma riadattato ovviamente per il mercato e il pubblico nostrano, in maniera forse alquanto grossolana. Ricordo bene la prima puntata, che ho seguito con spirito critico; i presentatori, ricordo, dissero che la "mission" del programma era quello di creare un ponte tra due mondi antitetici e diversi, quello dei secchioni, colti, intelligenti ma, diciamolo pure, sfigati e quello delle pupe, belle, simpatiche, intraprendenti ma minate da un'ignoranza senza fondo.

Il risultato di questo reality (ma subito ribattezzato comedy show) mascherato da esperimento sociologico?

Le pupe sono rimaste ignoranti, anzi, esaltano la loro mancanza di cultura e la considerano un pregio. E i secchioni, o pseudo tali, si sono rimbecilliti, tra prove di coraggio e di spettacolo di dubbio gusto (come le prove fisiche travestiti da ninja, perchè?). Sono comici, cercando di interpretare dei personaggi che non sono e non credo saranno mai. Anzi, più che comici, direi umoristici.

Scriveva Pirandello a tal proposito, tratto da L'Umorismo:

Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perchè pietosamente s'inganna che (...) riesca a trattenere a sè l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perchè appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico.

Leggendo questo passo, non sembra che alcuni dei nuovi idoli mass-mediatici de noartri assomiglino molto a questa descrizione che Pirandello traccia dell'umoristico?

Troppo semplice essere solo se stessi: per essere davvero qualcuno, bisogna studiare a applicarsi. E anche tanto. Anche se non è questa la strada più veloce.

Forse il vero messaggio che una trasmissione simile doveva trasmettere.

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